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Scrivi un commento al testo di Marina Pacifici
Infinito concento

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Giace
nel sonno eterno
fiero il sovrano,
nello scarlatto mantello ammantato.

Rosso fuoco
il colore del rimpianto
avanza il giorno fioco
in elegiaco canto.

Nel pianto di rugiada
calata è la notte
sulla sua strada.

Riposa sereno,
degli affanni e lutti
il cuore placato.

Riecheggiano i passi dolenti
del crudele commiato
sul pavè,
nell’assenza dell’amato re
di lacrime lastricato.

Vinto il nemico
sul campo di battaglia,
caduto, prostrato, annientato,
in distesa verdeggiante di pace
tutto è mutato.

Muto e spento l'urlo di guerra ormai
incede il fiero comandante
fra celestiali, azzurri nevai.

Sorride gentile il fiordaliso
nel dolce bacio di luce
al dormiente viso.

Non riecheggia l’aria più del marziale grido,
mormora dolce il canto del’argenteo rivo,
nel cristallino gorgheggio dell’usignolo
giace il re solo.

Soave,il riposo del giusto Sovrano,
la carezza della sera
al suo ineffabile sorriso arcano.

Di Lui il Ricordo
ustiona l’Anima.

L’ardente lanterna
di rimpianto infuocato,
in cremisi bagliori la nostalgia
inonda di luce
il crepuscolo di bruma offuscato .

In crescendo verdiano
del Don Carlos
s’alza solenne
la tenorile voce.

Il Ricordo tuo,
compianto Re
imperitura nostra Luce,
ci prende per mano
sul mesto selciato
di lacrime celate nel rimpianto lastricato
del Tempo immemore, andato
e mai più ritrovato.

Volge a ponente
il marzo
nel fragrante incanto di boccioli,
candidi come le regali mani tue d’alabastro.

La nostalgia l’anima sferza,
sorridi malinconico da lassù,
irraggiungibile astro.

Lo Spirito s’effonde nel bacio del maestrale
il palpito di Te aleggia
nel soffio di Vita
del Vento.

Del nome Tuo immortale Memento,
nell’armonioso pianto di Te,
struggente ed infinito concento.

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